GLI ITALIANI SECONDO L'ISTAT
8 gennaio 2016
Ritorno in città
La distribuzione della popolazione fra comuni capoluogo e comuni compresi nelle cinture urbane sta nuovamente cambiando. Dopo la fuga dalle grandi città dei primi anni duemila, che ha fatto crescere in misura significativa i residenti dei comuni della prima e seconda cintura, fra il 2011 e il 2014 la direzione si è invertita e, pur con alcune piccole eccezioni, gli spostamenti dalla prima e dalla seconda corona sono ora diretti verso il centro capoluogo.
Ancora in crescita la raccolta differenziata, restano le differenze lungo la Penisola
Nel 2014 la quantità di rifiuti urbani raccolti si attesta a 29,7 milioni di tonnellate (488 chilogrammi per abitante), lo 0,3% in più dell’anno precedente, con una modesta inversione di tendenza rispetto al periodo 2010-2013. La raccolta differenziata raggiunge il 45,2%, dal 40% del 2012; a livello territoriale i valori più alti si registrano in Trentino-Alto Adige (67,0%) e in Veneto (67,6%); quelli più bassi in Sicilia (12,5%) e Calabria (18,6%). Nel Settentrione, ad eccezione di Valle d’Aosta e Liguria, tutte le regioni differenziano più della metà dei propri rifiuti.
Sempre più energie rinnovabili
Negli ultimi cinque anni si è ridotto in misura consistente l’apporto delle fonti tradizionali alla produzione di energia elettrica, da 76,6% del 2010 a 63,0% del 2014. Al contempo è cresciuto il contributo delle fonti rinnovabili, nel 2014 si attestano al 43,1% della produzione lorda totale.
Le paure degli Italiani
Fra le preoccupazioni delle famiglie sempre al top traffico parcheggio e inquinamento Nel 2015 i problemi maggiormente sentiti dalle famiglie nella zona in cui abitano sono il traffico (38,4%), la difficoltà di parcheggio (37,3%), l’inquinamento dell’aria (36,7%), la sporcizia nelle strade (31,6%), il rumore (31,2%), la difficoltà di collegamento con i mezzi pubblici (30,5%) e la qualità dell’acqua di rubinetto (30,0%). In ultima posizione si colloca l’irregolarità nell’erogazione dell’acqua, che costituisce un problema solo per il 9,2% delle famiglie ma è particolarmente sentito in Calabria, Sicilia e Sardegna dove è segnalato rispettivamente dal 37,7, 24,1 e 21,1% delle famiglie. Nelle Isole si registra anche la percentuale più alta di famiglie che dichiarano di non fidarsi della qualità dell’acqua di rubinetto (52,2%).
Si ferma la discesa dei consumi
Nel 2014 la spesa media mensile per famiglia - pari a 2.488,50 euro - è sostanzialmente stabile rispetto al 2013. Scende invece la percentuale di famiglie che hanno limitato la quantità o la qualità dei prodotti alimentari (da 62,4 a 58,7%), soprattutto nel Nord-ovest (da 58,3% a 52,2%) mentre gli acquisti alimentari presso hard discount si mantengono sui livelli dell’anno precedente a livello nazionale (intorno al 13%), ma aumentano nel Sud e Isole (rispettivamente da 10,4 a 12,2% e da 15,4 a 20,7%)
Maggiori dettagli http://www.istat.it/it/archivio/171864