Cartella AMA: cosa significa e come comportarsi
REGIONE: LAZIO
Negli ultimi mesi molti cittadini romani hanno trovato nella
buca delle lettere una cartella di pagamento AMA, spesso per importi non
trascurabili e riferiti a presunti mancati pagamenti della TARI, la
tassa sui rifiuti.
In tanti si chiedono: “È corretta? È una cartella vera? Posso contestarla?”
Vediamo insieme cosa fare — e soprattutto come difendersi da errori e
disservizi.
Cos’è una cartella AMA
La cartella AMA è un avviso di pagamento emesso dalla
società AMA S.p.A., incaricata della gestione dei rifiuti nel Comune di
Roma.
Può riferirsi a:
- mancati
pagamenti della TARI (anche di anni precedenti);
- differenze
di importo dovute a conguagli o errori di calcolo;
- sanzioni
e interessi per presunti ritardi o omessi versamenti.
In sostanza, è una richiesta di denaro che AMA invia
per recuperare somme che ritiene dovute dal cittadino.
Ma attenzione: non sempre è corretta.
Le cosiddette “cartelle pazze”
Capita spesso che AMA invii cartelle errate o duplicate,
le famose “cartelle pazze”.
I motivi possono essere diversi:
- errata
intestazione (ad esempio, bollette inviate a chi non è più titolare
dell’immobile);
- doppia
registrazione dell’utenza;
- errori
di calcolo o di metratura;
- omessa
registrazione di pagamenti già effettuati;
- mancato
aggiornamento dei dati catastali o delle volture.
Il problema è che, se il cittadino non controlla e non
contesta nei tempi giusti, la somma può diventare esigibile e arrivare
persino all’Agenzia delle Entrate Riscossione.
Come verificare se la cartella è corretta
Prima di correre a pagare, è fondamentale fare alcune
verifiche:
- Controlla
i dati anagrafici e catastali riportati nella cartella: indirizzo,
metratura, anni di riferimento.
- Confronta
gli importi con le ricevute dei pagamenti precedenti. Se hai pagato,
conserva le ricevute.
- Verifica
la legittimità della richiesta: controlla se AMA ha effettivamente il
diritto di chiedere quel pagamento (alcune annualità potrebbero essere
prescritte).
- Controlla
i termini di prescrizione: la TARI si prescrive in 5 anni. Se AMA
ti chiede somme più vecchie, potresti avere diritto all’annullamento.
Entro quanto contestare la cartella AMA
Il cittadino ha 60 giorni di tempo per presentare
ricorso dal momento della notifica.
Tuttavia, prima del ricorso è consigliabile inviare una istanza di
autotutela ad AMA, chiedendo la verifica della posizione e la sospensione
dei termini.
In molti casi, l’errore viene riconosciuto e la cartella viene annullata o
corretta senza necessità di ricorrere al giudice.
Come presentare un reclamo o una contestazione
Puoi:
- inviare
una PEC ad AMA S.p.A. allegando copia della cartella e la
documentazione a sostegno della tua posizione;
- recarti
presso gli sportelli AMA su appuntamento;
- rivolgerti
a un’associazione dei consumatori come A.E.C.I., che può gestire la
pratica e inviare la contestazione formale per tuo conto.
Quando serve il ricorso
Se AMA non risponde o rigetta la richiesta, puoi presentare ricorso
alla Commissione Tributaria Provinciale.
Il ricorso va firmato e depositato entro 60 giorni dalla notifica della
cartella (salvo sospensione per autotutela).
È possibile agire anche tramite un’associazione dei consumatori o un legale,
soprattutto se ci sono errori evidenti o cartelle multiple.
Consiglio pratico
Non ignorare mai una cartella AMA, anche se ti sembra
ingiusta o assurda.
Conserva sempre tutta la documentazione, chiedi subito chiarimenti e, se
necessario, affidati a chi può tutelarti in modo professionale.
Se hai ricevuto una cartella AMA sospetta o vuoi verificare la tua posizione, apri subito un ticket sul nostro portale euroconsumatori.eu: un consulente ti aiuterà a capire se la richiesta è legittima e come agire per difenderti.
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13 novembre 2025
Articolo a firma del responsabile Ivan Marinelli che si assume totalmente la responsabilità del contenuto del presente articolo. Per comunicazioni dirette scrivere a: i.marinelli@euroconsumatori.eu