Giornata Mondiale dell’Amicizia: un valore che resiste anche sotto le bombe
30 luglio 2025

Il 30 luglio si celebra la Giornata Mondiale dell’Amicizia, istituita dalle Nazioni Unite nel 2011 per promuovere la pace tra i popoli attraverso i legami umani più semplici e potenti: quelli dell’amicizia. Non una ricorrenza sdolcinata, ma un richiamo etico a riconoscere l’altro come essere umano, anche quando — e soprattutto quando — il mondo intorno brucia.
In un anno segnato da guerre devastanti come quella tra Russia
e Ucraina e il conflitto in Medio Oriente tra Israele e Palestina,
parlare di amicizia sembra quasi provocatorio. Ma forse è proprio oggi che
diventa un dovere.
L'amicizia oltre i confini
L’amicizia vera non ha passaporto. Non conosce frontiere,
bandiere o propaganda. Eppure, in molti teatri di guerra, sono proprio i legami
interpersonali a sopravvivere sotto le macerie. Storie di soldati che si
rifiutano di sparare, di famiglie che si aiutano a vicenda anche se divise da
un muro, di bambini che si scrivono lettere oltre la linea del fronte. Piccoli
gesti che, in silenzio, resistono all’odio.
Nei territori occupati e nelle zone di conflitto, le parole
"nemico" e "amico" sono spesso dettate dalla geopolitica,
non dalla realtà delle persone. Ma chi ha vissuto fianco a fianco prima delle
bombe, chi ha condiviso scuole, sogni e giornate di sole, sa che la guerra è
una decisione di pochi che distrugge la vita di molti.
Russia e Ucraina: amicizie spezzate, ponti ancora vivi
Il conflitto russo-ucraino ha spaccato famiglie, comunità,
interi quartieri che prima convivevano. Eppure, molti cittadini ucraini e russi
continuano a mantenere contatti, ad aiutarsi, a scambiarsi notizie, cibo,
medicine. Alcuni gruppi hanno organizzato reti di solidarietà
transfrontaliere. Altri hanno semplicemente deciso di non lasciarsi
travolgere dalla retorica dell’odio.
In un mondo in cui i media e la propaganda lavorano per
disumanizzare il “nemico”, l’amicizia è un atto di disobbedienza civile. È un
modo per dire: “Non siete soli. Vi vediamo ancora come persone”.
Palestina e Israele: la resistenza del dialogo
Anche nel conflitto israelo-palestinese, che affonda le
radici in decenni di storia complessa e dolorosa, esistono realtà che lavorano
per la pace. Associazioni congiunte, famiglie miste, giovani attivisti che
rischiano molto pur di continuare a parlarsi.
Sono voci isolate? Sì. Ma sono anche semi. E i semi, si sa,
non fanno rumore quando crescono. Lo fanno quando fioriscono.
Ogni incontro tra un israeliano e un palestinese che si
rifiutano di odiarsi è una forma di resistenza più potente di qualsiasi bomba.
Un invito a guardare il mondo da vicino
La Giornata Mondiale dell’Amicizia ci ricorda che l’amicizia
non è solo una questione personale. È anche politica. È una forza che può
rompere stereotipi, sfidare narrazioni dominanti, creare ponti laddove tutti
costruiscono muri.
Oggi, più che mai, essere amici di qualcuno “dall’altra
parte” è un atto rivoluzionario.
E allora celebriamola così, questa giornata: non solo
abbracciando gli amici che abbiamo accanto, ma ricordandoci che l’amicizia è
l’ultimo baluardo contro la barbarie. E che finché c’è qualcuno disposto a
tendere una mano, la pace resta possibile.
