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AMA S.p.A. e le “cartelle pazze”: come riconoscerle e come difendersi

13 novembre 2025

Associazione Consumatori

Negli ultimi mesi sono tornate a circolare numerose segnalazioni di “cartelle pazze” inviate da AMA S.p.A., la società che gestisce la raccolta dei rifiuti a Roma. Si tratta di richieste di pagamento relative alla TARI (tassa sui rifiuti), che spesso presentano errori, duplicazioni o addirittura importi riferiti a immobili non più di proprietà. Vediamo insieme come capire se la cartella è corretta e cosa fare per tutelarsi.

 Quando una cartella AMA è “pazza”

Una cartella può essere considerata anomala quando:

  1. riguarda periodi già pagati, ma AMA non ha registrato correttamente i versamenti;
  2. fa riferimento a immobili venduti, ereditati o mai posseduti;
  3. riporta intestazioni errate, come nominativi di vecchi inquilini o proprietari;
  4. contiene importi sproporzionati o calcoli errati delle superfici tassate;
  5. è recapitata dopo molti anni, oltre i limiti di prescrizione.

Ricordiamo che, per la TARI, il diritto di AMA a riscuotere si prescrive in 5 anni. Dopo tale termine, se non ci sono stati atti interruttivi validi, il debito non è più esigibile.

 Cosa fare se ricevi una cartella AMA sospetta

  1. Controlla subito i dati: verifica intestatario, anno di riferimento, metratura e indirizzo dell’immobile.
  2. Confronta con i pagamenti già effettuati: recupera le ricevute (bollettini, bonifici, F24).
  3. Verifica la data di emissione e di notifica: se sono trascorsi più di 5 anni, potresti eccepire la prescrizione.
  4. Richiedi chiarimenti scritti ad AMA, meglio tramite PEC o raccomandata A/R, indicando i motivi della contestazione.
  5. Se la risposta non arriva o non è convincente, presenta formale istanza di autotutela, chiedendo l’annullamento o la rettifica dell’importo.

In alternativa, puoi contestare la cartella davanti alla Commissione Tributaria, ma prima di arrivare a quel punto conviene tentare un confronto diretto per evitare costi e tempi lunghi.

 I tuoi diritti come contribuente

Il contribuente ha diritto a:

  • ricevere comunicazioni chiare e motivate;
  • ottenere l’accesso agli atti (richiesta copia del fascicolo con tutti i documenti che giustificano la richiesta);
  • chiedere rateizzazioni se il debito è effettivo ma oneroso;
  • segnalare eventuali errori materiali o duplicazioni senza costi aggiuntivi.

 Attenzione alle scadenze

Non sottovalutare le date indicate nella cartella. Anche se sospetti un errore, non ignorarla: è importante agire entro i termini previsti (in genere 60 giorni per la contestazione).

Trascorso quel periodo, il debito rischia di diventare esecutivo, con possibili conseguenze come pignoramenti o iscrizioni a ruolo.

Come ti aiuta A.E.C.I.

Se hai ricevuto una cartella AMA che ritieni ingiusta o dubbia, non agire da solo. Gli errori nelle notifiche o nei calcoli sono frequenti, ma servono competenze tecniche per smontarli.

 Segnala la tua situazione ad A.E.C.I. aprendo un ticket sul portale www.euroconsumatori.eu ppure recandoti presso una delle sedi territoriali.
I nostri consulenti ti aiuteranno a:

  • verificare la regolarità della cartella,
  • redigere un’istanza di autotutela,
  • calcolare prescrizioni o errori,
  • e, se necessario, avviare un ricorso formale.

 In sintesi

Le “cartelle pazze” di AMA non sono una rarità. Ma chi conosce i propri diritti può difendersi facilmente.
Conserva sempre la documentazione dei pagamenti, controlla le notifiche e — se qualcosa non torna — fatti assistere da chi tutela davvero i consumatori.

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