IL CAOS DELLA MOBILITA' ROMANA TRA L'INCUDINE (I LAVORATORI) ED I MARTELLI (POLITICA ED AZIENDA).
8 luglio 2015

Va detto subito che, da fonti dell'Associazione, non è
giusto parlare di sedicenti scioperi bianchi ma, in questo caso, i lavoratori
si sarebbero limitati a rispettare pedissequamente l’orario di lavoro
contrattuale. Nessuno straordinario (su un monte orario settimanale di 37 ore)
ha provocato il collasso della mobilità pubblica romana.
Quello che è accaduto in questi giorni è quello che più
comunemente si denomina “guerra tra poveri” Guerra tra poveri utenti contro
poveri lavoratori ed il risultato è stato la vera e propria esasperazione che è
sfociata anche nella rabbia di chi ha subito in questi giorni l’inefficienza
delle metropolitane di Roma.
A.E.C.I. LAZIO non difende certamente i lavoratori ma crede
che il problema sia di una governance incapace di trovare soluzioni ad un trasporto
pubblico che vive alla giornata. Se un manipolo di macchinisti (86 in tutto su
un totale di oltre 11.000) è in grado di destabilizzare l’efficienza del
servizio (già di per se inefficiente) è chiaro che l’azienda pubblica è proprio
allo sbando
Va detto che è certamente difficile proporre un confronto
con il sistema di mobilità pubblica londinese ma la superficie della city 1572
km2) non è propriamente lontana da quella romana (1282 km2) anche se la densità
romana (2.149) è meno della metà di quella inglese (4.978). Stessa superfici,
meno utenza, meno guadagno. Detto questo, dato per scontato il bilancio
inferiore delle entrate. Ma il confronto è improbabile perché nella city, come
nelle maggiori città europee, il sistema di mobilità funziona.
I problemi delle linee su ferro (METRO A, METRO B, OSTIA
LIDO) sono molteplici e da ricercarsi nelle scellerate decisioni della gestioni
della più importante azienda di mobilità pubblica d’Italia. Decisioni che hanno
portato ATAC ad un indebitamento vertiginoso che ne mette a rischio la
continuità operativa. Ma l’azienda pubblica è passata anche per altre vicende
che ne hanno minato l’efficienza a partire dallo scandalo clonazione dei titoli
di viaggio.
Il sistema ATAC è allo sbando per diverse ragioni: parco
macchine vetusto, costo personale elevato, con una media di dirigenti e
amministrativi troppo elevata rispetto alle reali necessità. ATAC spenderebbe
il triplo di quello che costa il Tpl nelle grandi aree metropolitane inglesi
(Londra esclusa) gestite con una deregulation che ha permesso un sistema dove
ogni operatore è libero di offrire le tratte che preferisce ed è lasciata al
mercato la scelta delle linee dei bus. L’esempio ce lo abbiamo in casa con il
TPL ROMANO.
I responsabili, per quanto ci riguarda, sono da ricercarsi nelle amministrazioni politiche, innanzitutto ma anche in tutti quelli che hanno approfittato di un’azienda che dovrebbe essere il fiore all’occhiello di una qualsiasi città metropolitana.
LA COLPA E' DI CHI:
ha permesso l’indebitamento
ha permesso le deroghe contrattuali
ha permesso l’assunzione di personale amministrativo quando si aveva necessità di personale operativo
ha permesso privilegi contrattuali ai lavoratori senza pretendere in cambio maggior produttività
MA ANCHE DI CHI
non ha preteso funzioni di programmazione gestionale
non ha preteso cambiamenti strutturali
non ha controllato emorragie di denari pubblici
ha lasciato l’azienda pubblica alla deriva.
La colpa, allora, è di tutti. La colpa è anche dei romani,
di ogni cittadino romano, la colpa è anche della nostra Associazione che ha
fatto qualcosa, ma avrebbe potuto fare di più. E’ arrivato il momento di
cambiare le sorti della mobilità pubblica.
